Proseguiamo volentieri la discussione sulla Giornata della Solidarietà e sulla visita delle scuole pisane alla caserma Gamerra, originata dal volantino che abbiamo distribuito domenica scorsa, e proseguita sia sulle pagine di questo blog sia dall'Assessora Chiofalo ieri su Pisanotizie.
Per prima cosa, deprechiamo qualunque episodio di aggressione (anche solo verbale) che sia potuto accadere: un punto fermo dell'azione nonviolenta (che cerchiamo con i nostri molti limiti di perseguire) è il rispetto degli interlocutori in quanto persone, oltre che il rispetto della verità.
Ci associamo quindi senza riserve alla richiesta di riportare la discussione nel merito del problema, evitando per quanto possibile di "personalizzare" le critiche.
Il primo: siamo lieti di constatare (lo diciamo senza alcuna ironia) che sui temi più importanti e delicati la nostra opinione coincide con quella dei nostri interlocutori. Condividiamo il giudizio che l'assessora Chiofalo dà degli interventi militari in Kossovo, Iraq e Afghanistan, che anche noi riteniamo enormi errori (in realtà li definiremmo addirittura crimini, contro il diritto internazionale e contro i diritti dell'uomo), la cui responsabilità non ricade certo sui militari inviati sul posto, quanto piuttosto sui vertici politici che hanno deciso di partecipare a quelle guerre. Se è accaduto che i nostri militari non abbiano rispettato le leggi e le convenzioni nel corso di quelle missioni, si tratta di reati da perseguire nelle sedi competenti: ma anche nel caso che tutti abbiano agito con "coscienza e umanità", rimane il giudizio assolutamente negativo sulle missioni in sé (e, presumiamo, la conseguente richiesta che i nostri contingenti vengano ritirati al più presto).
Allo stesso modo, siamo d'accordo con i nostri interlocutori che l'educazione alla pace e alla nonviolenza è un tema complesso, che non permette scorciatoie, stereotipi o modelli "rigidi": al contrario va affrontata navigando in mare aperto, come scrive bene l'ass. Chiofalo, coinvolgendo scuole, famiglie e agenzie formative.
Qui è il nocciolo del problema, il punto su cui siamo in disaccordo con la nostra Amministrazione Comunale: il luogo scelto per la Giornata della Solidarietà (la caserma) e la presenza di personale militare in servizio causa inevitabilmente la confusione tra gli obiettivi educativi, solidaristici e assistenziali, del tutto condivisibili, con le attività e le finalità delle Forze Armate, per di più in un momento in cui quegli stessi reparti stanno per essere impiegati in un teatro di guerra tra i più sanguinosi, per una missione militare giudicata un errore sia da noi che dagli organizzatori della Giornata.
Tanto più facile è questa confusione se si considera il coinvolgimento nell'iniziativa di bambine e bambini molto giovani (alunni di scuole materne e elementari!) che non hanno gli strumenti per discriminare fra questi elementi così contrastanti.
Il secondo punto: l'Assessora lamenta la mancanza di "valori come trasparenza, onestà intellettuale, coerenza, accoglienza delle idee altre". Anche in questo siamo d'accordo: questi dovrebbero essere gli elementi essenziali di ogni discussione. Perciò ci siamo molto preoccupati quando l'Assessora nei giorni scorsi ha parlato di falsità contenute nel nostro volantino, che è stato scritto firmato e distribuito in perfetta buona fede.
Abbiamo chiesto che ci fossero indicate queste falsità: l'ass. Chiofalo non ci ha risposto e ha lasciato che Federica Ciardelli, presidentessa dell'Associazione Nicola Ciardelli Onlus, rispondesse in sua vece. (la risposta si può leggere qui)
Noi ringraziamo la Signora Ciardelli per la sua lunga e cortese lettera, ma avremmo preferito che ci rispondesse direttamente l'Assessora, perché siamo cittadini preoccupati per un atto della nostra Amministrazione, e vogliamo che il nostro interlocutore sia la stessa Amministrazione.
In ogni caso ci sono state rivolte contestazioni su alcuni frasi del volantino: cercheremo di rispondere brevemente.
1) Ci è stato detto che nel volantino la prima falsità è la frase: "[è stata impartita] una grande lezione a tutti i bambini per far conoscere le molte problematiche connesse alle missioni umanitarie e di pace nelle aree di guerra"
Siamo francamente stupiti: questa frase è stata scritta dagli Organizzatori della Giornata della Solidarietà 2010, ed è letteralmente copiata dalla pagina web ufficiale del sindaco Marco Filippeschi (leggere qui o qui), e in quel contesto è usata per elogiare e rivendicare i meriti della Giornata 2010.
Non sappiamo veramente come interpretare l'accusa di falsità a questo proposito. Allo stesso modo ci stupisce la richiesta fatta a PisaNotizie di rimuovere, in quanto mistificanti, le foto scattate alla Giornata del 2010. Sembra che il Comune stesso sia imbarazzato per il contrasto tra le finalità dell'iniziativa e le sue oggettive modalità di svolgimento.
2) Ci si contesta poi l'affermazione che "(...) i bambini e le bambine delle scuole pisane (...) verranno condotte dagli insegnanti all'interno della caserma Gamerra, per attività svolte con la collaborazione e l'assistenza della Brigata Folgore", ricordando che le attività della Giornata 2010, e presumibilmente anche della prossima edizione sono organizzate da dipartimenti universitari, scuole, associazioni e enti pubblici. Questo ci è sempre stato chiaro: noi affermiamo infatti che le attività sono svolte con la collaborazione e l'assistenza del personale militare, attivamente presente in tutti i momenti, in una struttura integralmente destinata all'addestramento di reparti militari. Che questo sia vero è dimostrato dai resoconti della Giornata 2010 ( pubblicati su organi di stampa non certo contrari all'iniziativa), ma ancor più immediatamente dalle fotografie pubblicate su PisaNotizie e sulla pagina Facebook dell'Associazione Ciardelli. Abbiamo già detto che questo è il nucleo della nostra opposizione: non stiamo "falsificando" la realtà, semplicemente abbiamo un'opinione diversa sul suo valore educativo.
Infine, l'Assessora ha più volte lamentato la mancanza di interlocuzione tra noi (associazioni, genitori e educatori contrari alle modalità dell'iniziativa) e gli organizzatori. Noi questo confronto lo abbiamo cercato. Nell'ottobre 2010, in occasione della prima riunione organizzata dal Comune con i responsabili scolastici su questo tema, abbiamo chiesto all'Assessora che venisse invitato anche il prof. Della Pina, Presidente del Consiglio di corso di Laurea in Scienze per la Pace, in veste di possibile mediatore fra posizioni diverse. La richiesta è stata respinta, e non siamo più stati contattati in seguito.
In conclusione, non ci sembra di aver diffuso inesattezze o falsità: rimangono le nostre ragioni di contrarietà all'iniziativa così come è concepita e organizzata. Continuiamo a chiedere che l'iniziativa venga effettuata in un luogo diverso, oppure che venga spostata fuori dall'orario scolastico. E cerchiamo e accettiamo il confronto con tutti coloro che vogliono discuterne.
Gruppo Jaegerstatter per la nonviolenza-Pisa
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