La Costituzione Italiana, quella carta fondamentale che regola la nostra società e che è oggetto di reiterati tentativi di svilimento, all’Articolo 11 afferma che “l’Italia ripudia la guerra”. Non usa termini blandi o ambigui, come spesso accade nelle pieghe delle leggi, ma afferma il ripudio della guerra. Il concetto di “pace” i padri costituenti lo hanno affermato lì, come lì hanno affermato il concetto di uguaglianza e di uguaglianza di fronte alla legge, il concetto di lavoro, il concetto di democrazia, il concetto di legalità: alle volontà delle istituzioni democratiche la loro praticabilità e la loro attuazione.
Non hanno affermato il concetto di guerra, quindi, ma di difesa: le affermazioni nella Costituzione italiana sono condivise e inviolabili.
Hanno affermato il valore della solidarietà e dell’associazionismo, insieme al fatto che il paese abbia una scuola pubblica, gratuita, di tutte e tutti, che insegni a leggere e a scrivere e a crescere i cittadini di domani.
Le ultime guerre a cui hanno partecipato e partecipano i soldati italiani, come quelli statunitensi, quelli francesi, inglesi, polacchi in Iraq e in Afghanistan sono guerre dove i caduti, che meritano il rispetto solenne di tutto il paese, sono caduti in guerra; eravamo ai funerali dei caduti pisani.
Portare i bambini e le bambine in orario scolastico all’interno di una caserma è una proposta parziale: parzialmente educativa, parzialmente solidale, parzialmente comprensibile – fatta salva la buona fede degli organizzatori – e, soprattutto, parzialmente condivisibile. Crediamo che le istituzioni ne debbano prendere pienamente atto. Non è condiviso, nella società civile, il messaggio che sottende all’iniziativa.
Per Sel la solidarietà non si fa con gli eserciti. Il contesto di una caserma fa il testo del messaggio che si vuole dare: è giusta una gita scolastica fra i carri armati? È giusto insegnare a un bambino a mirare attraverso un fucile? È giusto che le matite colorate siano sostituite per un giorno dai mitra?
Allora Comune e Provincia chiamino a raccolta i soggetti associativi e della cooperazione per una grande “Giornata della pace e della solidarietà” all’interno delle scuole della provincia, una giornata in cui gli alunni e le alunne delle scuole, insieme ai propri genitori e agli insegnanti, si confrontino con tutte le associazione di volontariato, di cooperazione e di solidarietà dei nostri territori. Da questo, e da null’altro, inizia la costruzione di una società migliore.
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