giovedì 17 febbraio 2011

Un intervento di Giuliano Meini, presidente associazione Ortipisani

Brutti sporchi e soldati.

L'idea che ci siano dei posti sbagliati dove parlare e delle persone sbagliate con cui parlare l'ho abbandonata da tempo. Le categorie dei buoni e dei cattivi a seconda del vestito, o del mestiere, o del voto anche. Ho già avuto l'anno scorso modo di esporre il mio confuso e complesso punto di vista in merito all'idea che ebbi di portare i soldati nelle scuole per fargli vangare gli orti e aiutarli a mettersi in relazione con i cittadini. Avrei tre o quattro argomenti che sinteticamente vorrei offrire alla vostra attenzione, frammentari, aperti e tutt'altro che definitivi.


Innanzi tutto è vero che portiamo all'attenzione dei bambini i ragazzi della Folgore, ma è vero anche portiamo all'attenzione della Folgore i bambini. E l'idea che in ogni parte del mondo, su ogni terra, in ogni orto, ci sono dei bambini, inginocchiati sul terreno, allegri a lavorarlo, che sperano nel raccolto, che guardano tra le radici e le nuvole per vedere il segno del Tempo, che soffrono la fame che le multinazionali dei computer e dell'agroindustria gli offre in cambio della guerra, beh, spero che diventi uno dei principali argomenti di riflessione dei soldati. Tutti i nostri capricci tecnologici finiscono nel land-grabbing, che sta devastando il continente africano ad un ritmo devastante, dove a manciate i villaggi vengono comprati dai coreani e dai cinesi e trasformati in monocoltura del riso.

Poi io ho un debole per i peccatori, che frequento spesso sia nei percorsi di agricoltura sociale, dove si fa l'orto insieme ai carcerati, stupratori ed assassini oltre che con i vecchi e i down ed i portatori delle sindromi più astruse che possiate conoscere. Poi c'è anche l'idea che più di uno di loro, dei paracadutisti, ponendolo in una relazione personale, è una brava persona che vuole fare del bene. E sappiamo che la maggior parte degli stupratori che pentiti si redimono sono dei bravi padri-fratelli-amici di famiglia.

Poi l'idea che ogni volta che compriamo arance di cui non sappiamo la provenienza diventiamo potenzialmente complici della camorra che tiene i lavoratori di Rosarno a dormire nei bidoni del gasolio, come una volta, e anche questa volta, chi comprava e compra maglie e vestiti di cotone era complice degli schiavisti d'America, e oggi gli etno-abiti e i tappetini multicolor lo sono degli schiavisti dei babyworkers del mondo. Essere complici di nefandezze per cattivo acquisto è una cosa che conosciamo bene. Anche quando da ragazzi si comprava il fumo, era la stessa cosa: complici della camorra, dei criminali e dei cartelli della droga.

Poi guardiamo ai nostri scienziati: dal socialista Lombroso al nuclearista Fermi all'OGM-rinuclearista Veronesi. Insomma, io sono il pescatore che aveva un solco lungo il viso, e mi piace pensare che la guerra finirà solo se Piero smetterà di farla, ecco perchè mi piace parlare con Piero.

Venti anni fa mi innamorai di un giovane carabiniere sardo di San Giuliano col quale avevamo preso un allevatore di cani da combattimento ed ero nel carcere di Volterra insieme a Punzo, a fare il teatro, per l'appunto, con stupratori ed assassini.

Ho cani e gatti in abbondanza, nei boschi sopra Calci, e vado in angoscia ogni volta che non sono in grado di proteggere gli animali deboli da quelli forti, e vorrei aver avuto una "forza di separazione" per farli convivere in armonia. C'è il Paradiso terrestre? E' fuori dalle caserme ? E non vorrei scomodare il Pasolini dei poliziotti figli del popolo e dei manifestanti borghesi. Tranne qualche ufficiale, i militari sono letteralmente braccia rubate all'agricoltura, poichè dal quel povero mondo provengono. Più delle decisioni sono le discussioni, poi vedremo che fare.

Mettete dei ravanelli nei vostri cannoni...

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Giuliano Meini
presidente associazione Ortipisani

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