Gentili Signor Ferrante e Sig. Ragazzoni,
Sono una mamma di due bambine che frequentano la scuola primaria e ho seguito la vicenda sul dissenso alla "giornata della solidarieta'".
Vi scrivo in risposta al comunicato pubblicato sul vostro sito internet sulla vicenda.
Ho letto anche le lettere pubblicate sul blog "nocaserma" ( http://nocaserma.blogspot.com/ ) compreso il volantino distribuito il 13 febbraio alla manifestazione delle donne.
Credo, da lettrice e osservatrice equidistante, che le argomentazioni portate come critica all'iniziativa in caserma siano state espresse in modo del tutto civile e corretto, e non capisco perche' si debba parlare di "modi da crociata" o di "creare un clima di scontro e di aggressione" che semplicemente non c'e'.
Il dissenso all'iniziativa e' argomentato da una pluralita' di voci anche autorevoli che sarebbe poco intelligente ignorare. Evidentemente in questa citta' c'e' una pluralita' di visioni sul modo di intendere l'educazione alla pace, di cui l'amministrazione deve tenere conto.
Inoltre il dissenso, fino a prova contraria, dovrebbe essere considerato fonte di crescita democratica per tutti.
Ma forse sono io che non conosco tutta la vicenda (per quanto l'abbia seguita sulla stampa locale e sul blog), e quindi credo che per le persone come me che hanno bisogno di essere informate sia opportuno che spieghiate chiaramente dove le espressioni di dissenso sono invece da leggere come "crociate" e in quali circostanze si sono esplicitate in modo aggressivo.
Inoltre credo che sia importante dare spazio alla pluralita' di visioni sulla pace e sul ruolo dell'italia nelle missioni di pace. Lo scorso anno, a quel che mi risulta, i bambini non avevano alternativa all'andare in caserma se non stare a casa, con un onere difficilmente sopportabile per le famiglie. Non so quest'anno - ma comunque credo che neanche permettere "l' ora alternativa" sia una buona soluzione, perche' relegherebbe in un angolo chi ha una visione diversa. La vera liberta' di espressione e partecipazione si puo' esprimere solo riportando l'iniziativa in un ambito condiviso da tutti (fuori dalle caserme cioe') oppure organizzando l'iniziativa al di fuori della scuola, in modo che sia libero di andarci chi vuole.
Vi confesso anche che questa festa in caserma, così come le decisioni sull'hub militare, da parte di un'amministrazione "di sinistra" mi lasciano molto sconcertata e mi chiedo chi, nel panorama politico attuale, possa rappresentare tutti coloro che ancora si riconoscono nell'articolo 11 della Costituzione Italiana.
Vi confesso anche che questa festa in caserma, così come le decisioni sull'hub militare, da parte di un'amministrazione "di sinistra" mi lasciano molto sconcertata e mi chiedo chi, nel panorama politico attuale, possa rappresentare tutti coloro che ancora si riconoscono nell'articolo 11 della Costituzione Italiana.
Resto in attesa di una vostra cortese risposta,
Paola Iacopetti
E' evidente, anche se non dichiarato, l'interesse economico delle cosiddette missioni "di pace".
RispondiEliminaE' evidente il tentativo - di cui alcuni,talvolta, si rendono complici inconsapevoli- di rappresentare le caserme in una dimensiione diversa da quella di cui effettivamente fanno parte: "Luoghi e strumenti di guerra".
L'hub militare è al tempo stesso un obbiettivo economico e uno strumento di guerra. Chi lo rappresenta come un fattore positivo per la città è un ingenuo o è in malafede.
Condivido lo sconcerto di chi, da un'amministrazione "di sinistra" si aspetterebbe ben altre scelte.
"La nave" del centro-sinistra - a Pisa - sta paurosamente virando a destra. Alle donne e agli uomini di buona volontà spetta il compito di issare sempre più in alto "le vele" della pace, con la forza dell'idee e dell'impegno, in tutte le sedi. Certamente NON nelle caserme.
Piero Pancanti