«Le parole cambiano senso? Non certo fatalmente. Cambiano secondo il senso di cui le si penetra. Occorre verificare chi cerca (o chi ha cercato) cambiare, quando, come, perché, per chi. E occorre verificare se sappiamo di che parliamo» (Danilo Dolci)
Gli obiettivi formativi della Scuola Primaria, secondo le Indicazioni Ministeriali Nazionali, sono mirati alla formazione di uomini di sano senso critico e capaci di realizzare scelte responsabili. Si sottolinea l’importanza di promuovere una cittadinanza attiva, “un’educazione concreta al prendersi cura di se stessi, degli altri e dell’ambiente secondo forme di cooperazione e solidarietà per una costruzione del senso della legalità e lo sviluppo di un’etica della responsabilità che riconoscano i valori fondanti sanciti nella Costituzione della Repubblica Italiana”.
E nella Costituzione è scritto: “L’Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” (articolo 11).
In quanto insegnante, mi preoccupa l’attuale confusione di termini e concetti: la PACE viene confusa con la GUERRA, la SOLIDARIETÁ con l’ADDESTRAMENTO MILITARE, il DISSENSO con la VIOLENZA, …
Mi sembra più che legittima la richiesta da parte delle associazioni pacifiste, di genitori e di insegnanti, di spostare l’iniziativa della “Giornata di solidarietà” del 27 aprile in altro luogo che non sia la caserma dei paracadutisti, oppure che almeno venga spostata in orario extra-scolastico.
La Scuola deve prestare la massima cautela e attenzione a non inviare messaggi confusi e fuorvianti come quello di educare alla pace e alla solidarietà in un luogo nel quale si addestra a sparare e ad uccidere.
I bambini della Scuola Primaria (e addirittura della Scuola dell’Infanzia!) sono troppo piccoli per comprendere la complessità dei problemi relativi alle missioni militari cosiddette “umanitarie” o di “pace”, pertanto ritengo assurdo e grave proporre tale iniziativa in orario scolastico, inserendola così a pieno titolo nel Piano dell’Offerta Formativa degli Istituti Comprensivi.
La Scuola deve riappropriarsi del proprio ruolo educativo teso a formare cittadini capaci di pensare in modo critico, discernere il significato delle parole e delle azioni e compiere scelte responsabili nelle quali la soluzione non violenta dei conflitti risulti l’unica sensata e possibile, la vera “utopia” nella quale i bambini di oggi devono credere e che gli uomini di domani dovranno realizzare.
Ilaria Sabatini
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