domenica 20 marzo 2011

Dobbiamo inverare la Costituzione. Un messaggio di Lidia Menapace

Riceviamo, pubblichiamo, e ringraziamo moltissimo Lidia.

Care e cari
ho letto con scandalo la notizia, e con ammirazione la presa di posizione dei genitori: ferma democratica, razionale, e soprattutto rispettosa delle bambine e dei bambini, che non possono essere strumentalizzati a questo modo.
Vorrei prendere parte a questa importantissima lotta e perciò sottoscrivo toto corde ciò che è incluso nell'appello. Non posso del resto dimenticare che quando ero al Senato mi occupai di una fosca vicenda accaduta proprio alla caserma della Folgore a un paracadutista siciliano (Scieri) la cui morte è ancora avvolta in inquietanti "misteri".
Comunque nella formazione delle generazioni avvenire non dobbiamo mai scostarci dal dettato della nostra Costituzione che, pur rispettando ovviamente tutti i morti, ci obbliga a farci opinioni e ad esprimere giudizi critici. In particolare sull'andazzo davvero intollerabile per il quale, mentre noi sappiamo che si deve "ripudiare" la guerra, sia quella aggressiva degli altri popoli (che pure usammo durante il fascismo), sia quella che si propone come “strumento di risoluzione di controversie internazionali”, non ci curiamo che questo civilissimo e inderogabile ordine costituzionale sia inverato soprattutto con la costruzione di una cultura di pace. Una cultura che miri esplicitamente a scegliere una politica che sia coerente tra mezzi e fini.
Le persone della mia età che per percorsi di riflessione ed esperienze di vita volentieri dichiarano "Ora e sempre Resistenza" lo fanno anche per affermare che quell'importante periodo della nostra storia ci portò a riflettere sull'uso dei mezzi, e si fondò soprattutto sulla formazione di coscienze democratiche e attive, anche fino alla scelta nonviolenta (ad esempio Dossetti non usò mai personalmente armi e fu comandante partigiano e nemmeno io, che pure ottenni il brevetto di partigiana combattente col grado di sottotenente).
Di fronte a possibili involuzioni politiche e a coinvolgimenti dell'Europa nelle pericolose crisi nel Mediterraneo è anche più necessario affermare appunto il ripudio della guerra e la ricerca di forme politiche e di culture efficaci a inverare il dettato costituzionale. Anche perché le armi e il militarismo cui si ricorre nei periodi di crisi (anche tra le due guerre mondiali del resto) non possono più nascondere che, quanto più sono orrendamente distruttive, e ipocritamente dichiarate mezzi "umanitari"(!), tanto più sono inutili: è corruzione usarli nella formazione dei piccoli e dei ragazzi e ragazze.
Per questo la vicenda che denunciate deve uscire dal ristretto ambiente in cui è nata, prima che sia fatta diventare un modello da prendere a esempio.

Ciao, Lidia


Lidia Menapace è nata a Novara nel 1924. Ha partecipato alla Resistenza come staffetta partigiana, con una scelta non violenta che rispetterà in seguito e contrassegnerà la sua vita e la sua attività politica; si è poi impegnata nel movimento cattolico di base: pubblica amministratrice, docente universitaria, fondatrice del "Manifesto", è stata presente alle più rilevanti esperienze politiche e culturali della sinistra critica. E’ stata consigliera comunale a Roma e a Bolzano, consigliera provinciale in Sudtirolo e regionale del Lazio. Nella legislatura 2006-2008 è stata eletta Senatrice. È tra le voci più significative della cultura delle donne e dei movimenti di solidarietà e di liberazione.

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