giovedì 3 marzo 2011

Legittimo ricordare, ma non in caserma : la posizione dell'Italia dei valori

L'intervento è stato pubblicato in origine qui

Pisa ha un legame storico con le missioni italiane in aree dilaniate dalla guerra e con i momenti drammatici che le hanno segnate. Dall'eccidio di Kindu, il prossimo novembre saranno passati cinquanta anni. Missioni storicamente e tecnicamente differenti, che danno la misura dell'importanza per la città di un dibattito sereno che  non riduca un confronto complesso a uno scambio di accuse.
Troppo spesso l'informazione non ci avvicina ai nostri soldati, alle loro storie, al lavoro che compiono ogni giorno e alle storie dei civili che vivono in quei luoghi martoriati dalla guerra, delle loro famiglie, delle donne e dei bambini. Il lavoro e l'impegno dell'Associazione Nicola Ciardelli Onlus è quanto di più importante si possa immaginare per coprire una vicinanza troppo spesso ignorata, tra le nostre vite e la realtà di queste missioni.
Se si vogliono avvicinare il mondo delle caserme e delle istituzioni militari presenti in città, è sicuramente una scelta di conoscenza di una parte importante del tessuto cittadino. Le parole però, si infrangono sulle immagini di quei gonfiabili coloratissimi nel posto e al momento sbagliato, sembra che vogliano indorare la pillola, nascondere il grigio. Le fotografie sono faziose? Sicuramente hanno toccato la sensibilità di molti, ma fosse stato anche quella di un solo cittadino, avrebbe meritato di essere ascoltato.
Una città come Pisa che ospita strutture militari strategiche rappresenta un terreno importante per il confronto tra tutte le voci diverse tra loro che raccontano la guerra e le missioni in aree di guerra. Perché, però,  cominciare il percorso da quella che dovrebbe essere la tappa finale, le scuole, quando il tema è così sofferto e complesso e molte domande ancora senza risposta? Dal 2008 ad oggi, l'Italia ha tagliato i fondi per la cooperazione del 42% mentre sono aumentati del 50% quelli per le missioni militari. L'Italia è il quinto paese esportatore di armi nel mondo.
I conflitti invece di diminuire aumentano, al momento se ne registrano poco meno di 40, dalla Cecenia alla Libia. Come Italia dei Valori ci facciamo promotori di un tavolo di incontro e di confronto tra tutte le realtà cittadine che vogliono esprimersi su questi temi. Il 2011 è un anno denso di anniversari significativi, il 25 settembre  saranno passati cinquanta anni dalla prima marcia per la pace Perugia Assisi, ed è con lo spirito di quella marcia che intendiamo costruire il nostro percorso di cittadini che "ripudiano la guerra".
La posizione dell'Italia dei Valori sulle missioni italiane in aree di guerra è chiara, in Afghanistan i nostri militari devono essere messi nelle condizioni di abbandonare uno scenario che è uno scenario di guerra. Sono troppe le giovani vite spezzate dalla colpevole mancanza di iniziativa internazionale del nostro governo che, non si è mai attivato per prevedere davvero una strategia d'uscita dall'Afghanistan.

Silvia Marroni, Segretario comunale dell'Italia dei Valori di Pisa

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