giovedì 3 marzo 2011

Fabrizio Sebastiani sull'intervento di Michele Passarelli

Gentile Consigliere Passarelli Lio,

Ho letto il Suo intervento di stamane su PISAnotizie.it.

Sono anch’io un genitore, sono stato anch’io obiettore di coscienza, prima di Lei.

La parola “violenza” ricorre ben 7 volte nel Suo intervento, sempre accostata alla parte con cui Lei sta polemizzando. Mi scusi la franchezza, ma i toni del Suo articolo ricordano quelli del Partito dell’Amore, per il quale ogni atteggiamento di dissenso dalle proprie posizioni è Odio, e per cui l’unica forma di nonviolenza è l’adesione incondizionata. Sì, perché da parte delle associazioni che si sono pronunciate contro le modalità con cui la Giornata della Solidarietà si dovrebbe svolgere si fatica a riconoscere un solo atto che possa essere accostato al concetto di violenza: è forse violenza l’aver diffuso un volantino in cui ci si dichiara contrari alle modalità di questa iniziativa? è forse violenza l’aver preso posizione e aver avviato un dibattito, sui giornali e sui blog, contro tali modalità? è forse violenza l’aver cercato il confronto con l’amministrazione comunale? La mia esperienza di obiezione di coscienza, e di cittadino di uno stato democratico, mi insegna di no.


Mi verrebbe da dire che violenza (ma preferisco usare il termine “mistificazione”) è invece tentare di attribuire all’altra parte idee e posizioni che l’altra parte non ha mai espresso: ad esempio, insinuare che le associazioni e i cittadini di cui sopra abbiano sindacato sulla validità dei progetti dell’associazione intitolata a Nicola Ciardelli, che ritengo assolutamente condivisibili, e sull’onestà dell’impegno di Nicola Ciardelli stesso. Ben altre (e non credo sia il caso di ripeterle qui) sono le questioni sollevate da queste associazioni: che il luogo prescelto (una caserma) è inadatto per chi (i bambini, finanche delle scuole materne) non ha ovviamente gli strumenti per comprendere i rapporti o i non-rapporti fra pace, solidarietà, e guerra, e che le modalità prescelte (iniziativa da svolgersi in giorno feriale durante l’orario scolastico) sono inadatte a una iniziativa che, ormai dovrebbe essere chiaro a tutti, è ben lungi dall’essere universalmente condivisa.

Lei scrive: “So per certo che (...) da parte dell'amministrazione comunale c'è grande disponibilità al dialogo, non saperlo o volerlo accettare sarebbe, a mio avviso, un atto di violenza.” Non mi risulta che l’amministrazione comunale abbia finora dimostrato disponibilità al dialogo. Ad esempio, non risulta che l’amministrazione comunale abbia accettato le numerose richieste a un confronto pubblico su questa questione. Ad esempio, non risulta che l’assessora Chiofalo, sollecitata a precisare quali siano le “falsità” che ha denunciato essere presenti nel volantino diffuso il 13 febbraio da Emergency e dal Gruppo Jagerstaetter, abbia mai risposto.

Sarebbe invece auspicabile che l’amministrazione comunale e l’assessora Chiofalo, oltre a rispondere ai cittadini sulle questioni di cui sopra, riprogettassero una Giornata della Solidarietà che veda attori protagonisti tutte le associazioni e tutti gli enti (Associazione Nicola Ciardelli ONLUS inclusa) che sul territorio pisano si occupano concretamente di solidarietà, e che venga svolta in luoghi e contesti che non si prestano a interpretazioni ambigue.

Rispettosamente

Fabrizio Sebastiani

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